EleonoraShorty

Sinceramente deludente. Ho letto tutti i libri di Joël Dicker e all’inizio mi piaceva molto la scrittura scorrevole abbinata ad una trama intrigante (Herry Quebert in particolare). Già dal libro dei Baltimore ho notato una banalizzazione della lingua e una vicenda intricata ma sempre più prevedibile. Stephanie Mailer conferma questa impressione. Il libro è scorrevole al netto di alcune parti scritte così banalmente da sembrare irritanti (ed irratanti sono anche alcuni personaggi così estremi da essere ridicoli). La trama che è ben congeniata porta ad una conclusione incredibile con un super mega ultra stra cattivo che ammazza tutti (??). Mi sembra il classico libro estivo inconsistente, basato sul successo dei precedenti.

Un libro che parte un po’ in sordina. Molto ben scritto e con quella punta di originalità che lo rende da concorso. Nonostante la voce narrante sembri a tratti supponente la storia ha un intreccio affascinante e acquisisce una sua logica che trascina il lettore soprattutto nella seconda parte. Bellissima la figura del padre, discreto, quasi evanescente eppure indiscusso protagonista. Lo consiglio

Una distopia più realistica di altre (per questo molto convincente) è la vita post guerra nucleare nella metro di Mosca. La trama è abbastanza avvincente e la storia si conclude subito prima di diventare noiosa. Tuttavia L’ho trovato scritto in modo davvero troppo semplice, ripetitivo, in alcuni punti ho avuto l’impressione che più che un libro l’autore stesse scrivendo una sceneggiatura. Pecca grossissima secondo me la mancata caratterizzazione dei personaggi che risultano un po’ stereotipati e simili tra loro.