Questo libro ha un fascino enorme, se si ha la cura, voglia e capacità di osservarne i dettagli.
Innanzitutto il formato a copertina rigida, con un bel bianco e blu in tela a collegare copertina e costa, tipico della collana. La carta spessa e piacevole al tatto e al movimento, il carattere pulito e le fotografie nitide. Alla facciazza di chi ormai legge solo ebook, questo è a priori un bell'oggetto.
Poi il libro in sé, che nella mia limitata esperienza letteraria, si accosta idealmente a quel capolavoro di GEB come 'meta-libro', con la differenza di applicarsi non alla matematica e cibernetica, ma alla letteratura ed alla fotografia.
'Punto d'ombra' funziona come uno stereogramma, che però, ad essere più precisi, dovrei chiamare, con neologismo: stereoverbogramma. La pagina sinistra, col testo e la lapidaria identificazione delle coordinate spazio-temporali, e la pagina destra, con una nuda fotografia al centro, sono piacevoli, ma abbastanza bidimensionali. Viste, insieme, tuttavia, sfocando l'uno nell'altra, creano una enorme profondità, spostano l'attenzione verso qualcosa che sta oltre, o dentro di sé. Se, infine, si ripensano tutti gli stereoverbogrammi insieme, man mano che si incontrano, emergono altre dimensioni ancora, limitate solo dalla propria immaginazione e dal tempo che si vuole loro dedicare.
Illuminante, per capire questo processo, è stata l'introduzione, senza la quale sono piuttosto certo sarei rimasto irritato dalla sfocata dissonanza del testo che non compendia bene, o a volte neanche lontanamente, l'immagine ad esso associata.
È un esperimento, ed in quanto tale (...) non ripetibile da tutti né allo stesso modo. Però se funziona, risulta davvero una bella esperienza.