In questo romanzo D'avenia ci porta nella sua città e lo fa attraverso gli occhi di un ragazzo, che in un'estate della sua adolescenza scoprirà un mondo nuovo, sia fisicamente che metaforicamente. Il mondo nuovo è Brancaccio, quartiere malfamato e periferico della sua stessa città. A due passi da casa sua, c'è quasi una realtà parallela, in cui non vige nessuna legge, se non quella della criminalità, aggrappata al degrado, alla povertà e all'indigenza. Ma poi scoprirà un altro mondo, quello della carità, della compassione e del perdono, e questo grazie al suo insegnante di religione, Don Pino Puglisi, primo martire riconosciuto dalla chiesa cattolica come vittima di mafia. Federico, il protagonista, avrà il coraggio di rinunciare a un'opportunità di formazione all'estero, per seguire quello che all'inizio è solo un'attività di volontariato ma che poi diventerà ben altro, un vero e proprio percorso di vita. Ancora una volta D'avenia entra nel mondo degli adolescenti, lo fa in punta di piedi, con quella delicatezza che lo contraddistingue, per raccontare un'età complicata, ma allo stesso tempo bella. Ma questa volta lo fa introducendo una persona realmente esistita che con le sue parole, i suoi insegnamenti, i suoi gesti e il suo modo di donarsi agli altri é diventato uno dei maggiori protagonisti della lotta contro la mafia.