Ho trovato davvero accattivante il tema della pandemia (quanto mai attuale di questi tempi).
La scrittura fitta - difficilmente si trovano spazi bianchi nelle pagine, i dialoghi sono un tutt'uno con la narrazione mancando i virgolettati, il che rende le frasi molto lunghe prima di arrivare ad un punto - risulta comunque ben digeribile, ci vuole poco ad abituarsi.
Ho però due considerazioni: la prima riguarda la narrazione, in certi punti sembra girare in tondo su sé stessa. Ad esempio, all'interno del manicomio quando vengono spiegate le attività di sopravvivenza quotidiana e in maniera minore anche quando il gruppo è in città. Un po' ripetitivo senza realmente aggiungere qualcosa di importante alla narrazione.
La seconda riguarda la storia che a mio parere ha un che di incompiuto. Troppi interrogativi lasciati aperti, sembra la fotografia di un istante di vita senza niente sapere del prima e del dopo. Dà l'idea di un episodio di una serie, che necessita di un seguito.
Probabilmente è proprio nelle intenzioni dello scrittore non focalizzarsi sulle cause ma solo sulle conseguenze di una situazione pandemico/apocalittica. Ed in questo è molto bravo, tratta l'argomento in maniera ammirevole. Ciononostante a me ha lasciato un senso di incompiutezza.
In definitiva è comunque un buon libro, da leggere e consigliare (magari non proprio a tutti visti i temi forti e la narrazione cruda).