Donato Carrisi è uno scrittore modesto per lettori modesti. Faletti, in confronto, sembra Pirandello.
Piccoli indizi: la quantità/qualità delle evidenziazioni rintracciabili nella versione digital (tranquilli: non c’è quasi nulla da evidenziare).
Poi gli endorsement a cinque stelle di altrettanti n.n. inclusi dall’editore in coda al volume. Ma si può capire: we only in it for the money.
Carrisi mostra perché non sa evocare. Denota perché non sa connotare. Spiega perché non sa raccontare. Le poche intuizioni felici di questo sopravvalutatissimo noir sono probabilmente dovute alla mano dell’editor, che immagino chiudere gli occhi sconsolato di fronte ai buchi della trama, alle forzature dell’intreccio, alla folla di personaggi bidimensionali, quasi indistinguibili tra loro, all’horror vacui con cui l’autore puntella la storia con continui colpi di scena, tanto che a un certo punto la lettura diventa un gioco a indovinare quale sarà il prossimo. E purtroppo ci azzecchi pure.
Ma allora, perché tutti pazzi per Il Suggeritore? Boh.
C’è una scrittura semplice e invitante, come una pedalata in discesa. C’è ritmo e un discreto artigianato nella costruzione della suspense. Ma poco altro. L’idea iniziale è buona. Il mondo è pieno di buone idee che sono diventate mediocri progetti. Qui la storia inizia bene, ma a metà strada ha già il fiatone. Diventa vieppiù inverosimile. Inciampa. Implode. I personaggi si affollano, i colpi di scena si moltiplicano, fini a sé stessi, hai la sensazione di una stratificazione di stesure, più che di una narrazione unitaria. All’ennesimo “twist” ti scappa da ridere. Manca giusto un’astronave aliena. Confuso e stremato dal suo involontario entanglement, il dottor Carrisi peggiora le cose con la scelta di ambientare la sua storia in un non-lieu indefinibile. Trucco da sorelle Giussani. Buono per le letture da pendolari, inaccettabile in un romanzo.
A chi è andato in brodo di giuggiole per Il suggeritore, “suggerisco” di leggere Pierre Lemaitre. Altra categoria. Senza nemmeno scomodare big come Vargas, Genna o Carlotto.