In un Messico insanguinato dalla rivoluzione, che perseguita fucila o costringe al matrimonio i ministri di Dio, l'ultimo prete è braccato in una spietata caccia all'uomo. Su di lui pende una taglia, un Saint-Just idealista e implacabile segue le sue tracce. La preda non ha nome. La gente lo chiama "il prete dell'acquavite". E' indegno, debole, impuro. Il peso delle sue colpe è l'unico bagaglio che si porta appresso. Vorrebbe mettersi in salvo, allontanarsi per sempre da quell'angolo di mondo che sembra dimenticato da Dio e che vuole dimenticare Dio. Ma una forza più grande della sua debolezza lo costringe a ritornare sulla via del suo calvario. La dolorosa, più che umana parabola del prete peccatore è una delle espressioni più alte del personalissimo cattolicesimo di Graham Greene, illuminata dal suo motivo più autentico e costante: l'interesse "per il bordo vertiginoso delle cose", crinale esiguo tra il bene e il male.