Hombres de maíz è la rappresentazione del conflitto fra gli indios, gli uomini di mais, e i maiceros, i coltivatori di mais. che tagliano e bruciano gli alberi per ottenere campi dove seminare il mais e "far commercio dei raccolti. Simili a uomini che impregnassero le mogli per far commercio della carne dei loro figli sono i coltivatori di mais, che seminano non per alimentarsi e mantenere le loro famiglie, ma avidamente, per alzare la testa da arricchiti! Ma la miseria li perseguita, vestono i cenci della foglia strappata dal vento dell'empietà e le loro mani sono come gamberi neri macchiati di tigna, come i gamberi che a furia di stare nelle sacre grotte, vanno diventando bianchi". I maiceros inserendosi nel rapporto spontaneo fra la terra - la madre - e il mais, privano gli indios - uomini di mais - delle loro radici vitali, del senso della loro esistenza, della loro cultura e della loro identità.
Nel romanzo, considerato generalmente il capolavoro dello scrittore, si esprime pienamente il realismo magico di Asturias, una prosa poetica di estrosa e sorprendente fantasia che "rileva un po' del sogno come lo concepivano i surrealisti e i maya nei loro libri sacri. Tutta la mia opera si sviluppa fra queste due realtà: una sociale, politica, popolare, con personaggi che parlano come parla il popolo guatemalteco; l'altra immaginativa, che li racchiude in una sorta di atmosfera e di paesaggio di sogno".