Il libro è molto particolare a partire dalle motivazioni che l'hanno generato: un ventenne americano della classe media, con un posto di lavoro stabile e con la passione per la letteratura decide di mollare tutto e andare in Afghanistan per vedere da vicino la guerra russo-afgana e riporatre la sua testimonianza a favore degli afgani contro i russi.
Già questo pone il libro nella categoria di quelli "strani". Strano si ma non brutto anzi, Vollmann fa vedere subito ci cosa è capace la sua capacità di analisi, il suo amore per raggiungere la profondità delle cose, il suo mettersi in gioco in situazioni quantomeno impegnative.
La prosa di Vollmann non è facile, poichè nel libro convivono diverse versioni dell'autore, in prima persona, in terza persona e visti con lo sguardo di chi ha a che fare con lui. Questo non rende il libro scorrevolissimo ma è un bell'esercizio di stile che lo rende più completo e affascinante.
Vollmann espone la sua tesi, incompleta e, a posteriori, di parte e lo fa per amore di cronaca, di sapere e di curiosità. Solo questo merita la lettura del libro.