Nice che dice boh?
Nice che dice boh boh?
Non poteva finire altrimenti, da quando questa canzone entrò nelle mie orecchie attraverso Zucchero “Sugar” Fornaciari, con un signor Nice che all’epoca non conoscevo assolutamente…
Scherzo naturalmente, in verità qualcosa credo di avere capito del pensiero nicciano.
Non voglio e, soprattutto, non posso passare per un esperto di filosofia, mancano i fondamenti, ma Nice scrive in maniera chiara e diretta e con un po’ di buona volontà qualcosa si riesce a recepire di quello che espone in questo libro che qualcuno dice rappresenti una cesura con un certo modo precedente di pensare.
Il suo pensiero si snoda attraverso una severa e drastica condanna delle religioni, e del cristianesimo in particolare che ritiene responsabile dell’annichilimento delle masse con le sue costrizioni, argomento questo a cui dedica ampi e severi passaggi, per continuare con ficcanti osservazioni, per non dire spernacchiamenti, su altri filosofi colpevoli di gabellare verità troppo assolutistiche in un quadro generale che, secondo lui, offriva ben poche certezze.
Non per questo si propone lui stesso, con il suo pensiero, come faro illuminante di una filosofia all’epoca troppo decentrata dai problemi attuali; al contrario, il suo obiettivo è quello di mettere in discussione il futuro del pensiero umano creando i presupposti o il preludio, come dice nel sottotitolo del suo libro, “per una filosofia dell’avvenire”.
Avrò effettivamente capito qualcosa del pensiero nicciano?
Lo spero, anche perché la lettura è stata bella difficilotta, e devo candidamente confessare che qualche volta mi sono allegramente perso in qualcuna delle escursioni filosofiche, pur nella estrema chiarezza dei concetti espressi.
Resta inteso comunque che ci riproverò senz’altro…
Link della canzone di Zucchero
youtube.com/watch?v=M4apUpLQRl0
Un libro come questo è chiaramente e letteralmente zeppo di frasi celebri, aforismi e passaggi significativi, ne riporterò solo uno esplicativo per il pensiero nicciano sulla religione:
“La fede cristiana è fin da principio sacrificio: sacrificio di ogni libertà, di ogni orgoglio, di ogni autocoscienza dello spirito, e al tempo stesso asservimento e dileggio di se stessi, autoumiliazione. C'è della crudeltà e un atteggiamento religioso fenicio in questa fede che è richiesta da una coscienza infrollita, multiforme e dai molti vizi: il suo presupposto è che la sottomissione provoca un dolore indescrivibile, che l'intero passato e tutte quante le consuetudini di un tale spirito recalcitrano a questo absurdissimum, sotto la forma del quale la "fede" gli si approssima.”