Baciarsi non è un atto universale che distingue il genere umano, nasce come gesto alimentare che solo in seguito diventa qualcosa di simbolico. Dunque il bacio nasce da cose meno poetiche come l’amore perché probabilmente lo si utilizzava per scambiarsi cibo.
Secondo Freud il bacio è la continuazione della suzione del seno materno.
Non tutti i popoli poi usano le labbra per scambiarsi empatia o sentimento. Pensiamo agli Inuit che usano il naso!
L’origine della parola la troviamo nel greco baskaino che significa mormorare, sussurrare.
Pare che quando baciamo si attivi nel nostro cervello il network del piacere, non solo quello sessuale, ma anche quello stimolato dalle droghe. Baciando a lungo il nostro corpo produce ossitocina, l’ormone della soddisfazione che combatte il cortisolo, l’ormone dello stress.
Come fare ora che il bacio è diventato simbolo di contagio, epidemia, qualcosa da evitare?
Ci si sta rendendo conto che senza contatto fisico, promiscuità, labbra che si baciano, la comunità si disincarna divenendo qualcosa di astratto.
Tanti baci… nove lettere… due parole… e le labbra dove sono finite?
Il bacio contiene i sensi: tatto, olfatto e gusto. È un segno che va oltre il suo valore romantico ed è importante anche dove ci si bacia. Baciarsi in pubblico può essere anche un atto di ribellione nei confronti del controllo sociale e morale dei sentimenti.
I baci mantengono qualcosa di magico, basta andare al ciclo della Tavola Rotonda fino a giungere a Walt Disney, per non parlare di Tornatore e del suo Nuova cinema paradiso. Incantesimi che si sciolgono grazie a delle labbra che si uniscono.
Un’agevole e interessante lettura, migliore nella sua prima parte.