Al telefono era il dottor Sylvan.
- E diventato matto? - chiese.
- Non sono sicuro di no.
- Io credo di sì. Deve fare quelle iniezioni, Hap, altrimenti morirà.
- Andiamo, Doc. Mancano cinque giorni alla prossima.
- E il problema con l'assicurazione? L'ha dimenticato?
- Non può rilassarsi un attimo? Ho dovuto lasciare l'ospedale. Non avevo scelta, dovevo proprio farlo.
- Perché?
- Erano parecchi giorni che non facevo il bucato.
- È andato a casa a fare il bucato?
- Avevo anche delle bollette da pagare.
- Perché non dice che doveva semplicemente lavarsi i capelli?
- Be', a pensarci bene, è vero anche questo.
- Hap, mi ascolti. Se lei stasera torna in ospedale, e ci resta, io riuscirò a sistemare la cosa, in qualche modo. Posso trovare una giustificazione per la sua assenza di oggi. Dirò che l'ho fatta venire al mio ambulatorio per alcuni test, ma non andrò oltre. Se mi beccano a fare una cosa del genere, potrei essere radiato dall'albo, e non credo che lei guadagni abbastanza per mantenerci entrambi.
- Non con il tenore di vita a cui è abituato lei. Il fatto è che non guadagno abbastanza da mantenere neppure me stesso, con qualunque tenore di vita.
- Torni in ospedale stasera, e prometto che la farò uscire tra un paio di giorni, senza perdere la copertura assicurativa. Ci vorranno un po' di equilibrismi, ma lo farò. Solo per liberarmi di lei.
- Ho capito.
- Sarò in ospedale stasera alle otto e trenta, Hap. Si faccia trovare li. A letto.
- Con addosso uno di quei camici?
- Esatto.
- Devo mettermi anche un po' di profumo?
- Sarebbe carino.
- Credo che lei voglia soltanto vedermi nudo, dottore.
- Non penso ad altro.