Il romanzo si divide principalmente in 3 parti, ciascuna preceduta da una ricetta baiana. L’inizio del libro è caratterizzato dalla morte improvvisa di Vadinho, per poi tornare indietro come in un flashback dove il lettore si addentra lentamente nella storia. Nella prima parte con Bahia teatro del romanzo, conosciamo la giovane Flor, cuoca provetta afflitta da una madre tirannica e ingombrante – che per sé più che per le proprie figlie sogna matrimoni con gente altolocata, prestigio sociale e ricchezza – che un giorno incontra, innamorandosene perdutamente, il bel Vadinho, ballerino di ineguagliabile bravura e re dei perdigiorno, le cui giornate sono segnate dal gioco d’azzardo, dalla bisboccia con gli amici e naturalmente da innumerevoli amanti (che però non sono altro che un passatempo, perché l’unica a durare, la sola che egli veramente vuole, è la povera Flor, soggiogata dal fascino di quell’uomo unico, trascinata dalle onde di marea della sua allegria, felicemente vinta dal suo ardore). Sposi contro tutto e tutti, Vadinho e Flor vivono insieme per sette anni, fino al giorno in cui, durante il Carnevale, quel marito ancora giovane e aitante paga in una volta sola le sue innumerevoli sregolatezze morendo nel bel mezzo di una sfrenata danza. Nella seconda parte Dona Flor è una vedova sempre più turbata che piano piano accetta di sposarsi una seconda volta; questa è la volta del farmacista, Teodoro, che in tutto e per tutto è il contrario di Vadinho. Con questo nuovo marito Flor ottiene tutto quello che Vadinho non aveva mai potuto darle: rispettabilità, tranquillità economica (anzi, perfino una discreta agiatezza), fedeltà (Teodoro non solo trova inconcepibile il tradimento, ma anche a livello di rapporti coniugali mantiene un ordine e una regolarità degne del più zelante degli impiegati: due giorni a settimana, mercoledì e sabato – sempre gli stessi – in uno dei quali è disponibile a concedere il bis); in una parola, una vita abitudinaria e del tutto priva di sorprese. Nella terza e ultima parte, è inevitabile che Dona Flor, pur grata e sinceramente innamorata di questo suo nuovo marito, così diverso dal primo, senta la mancanza di Vadinho, una mancanza che si fa di giorno in giorno più forte, più pungente, fino al momento in cui, quasi inconsapevolmente, il desiderio mai sopito del suo primo uomo non riconduce Vadinho a lei. Chi sceglierà Dona Flor? Leggete il romanzo e lo scoprirete. Amado narra con passione e buonumore; dipinge i suoi personaggi con indulgenza, sorride dei loro peccati senza tuttavia mai mancare di sferzare il perbenismo opportunista di chi ha in mente solo il proprio tornaconto personale, l’interesse quotidiano da riscuotere, costi quel che costi. Unica pecca, ed è per questo che non gli ho dato il massimo di voti, è che è eccessivamente lungo ed a volte si perde in dettagli che poco hanno a che fare con il romanzo. Quindi voto: 4 stelle.