L'etica del rigore e della rinuncia (... forse, la vittoria vera / su tempo e gravita': passare / senza lasciare tracce, senza / proiettae ombra ...) e' costitutiva della scrittura cvetaeviana nella sua splendida maturita', quando raggiunge la massima intensita' emozionale eliminando tutto il superfluo, prosciugando il dilagante elemento naturale del canto, restringendo e addensando fino al limite estremo il discorso in versi, sacrificando all'essenziale - all'essenza - epiteti, aggettivi, preposizioni, verbi. La pratica incessante della responsabilità dona alla sua parola la lapidaria verità del responso oracolare, e non a caso Marina Cvetaeva dedica splendidi e decisi versi alla figura della Sibilla, "quercia sovrana del bosco spoglio".
Dall'introduzione di Serena Vitale