Infine Oromis gli porse un sottile rotolo di pergamena, protetto da un tubo di legno scolpito con un bassorilievo dell'albero di Menoa. Aprendo il rotolo, Eragon vide il poema che aveva recitato all'Agaetì Blodhren. Era scritto con la minuta calligrafia di Oromis e illustrato dagli squisiti disegni a inchiostro dell'elfo. Piante e animali decoravano il primo glifo di ogni quartina, mentre delicate volute tracciavano le colonne di parole e incorniciavano le immagini.
"Ho pensato" disse Oromis "che ti avrebbe fatto piacere conservare una copia per te."
Eragon guardò i dodici pregiatissimi diamanti che reggeva con una mano e la pergamena di Oromis nell'altra, sapendo che era il rotolo a essere più prezioso. S'inchinò e, ridotto al linguaggio più essenziale dallo smisurato senso di gratitudine, disse: "Grazie, maestro."