Il volume del linguista Raffaele Simone si propone di spiegare in tre parti perché nelle moderne democrazie occidentali le sinistre risultino sconfitte sul piano delle idee, incapaci di realizzare programmi autenticamente progressisti anche nel -difficile- caso che riescano a vincere le elezioni. Nella prima parte l'autore analizza con lucidità gli errori storici della sinistra, dal suo legame con l'esperienza comunista, alla tolleranza nei confronti della criminalità. E' la parte migliore del libro, caratterizzata da notevole lucidità, anche se non da altrettanta originalità nonché da una certa tendenza alla generalizzazione (specialmente nel minimizzare le differenze tra i vari regimi comunisti). Nella seconda parte invece si affrontano le ragioni dell'affermazione della Neo-Destra (il mostro mite del titolo), rinvenibili sostanzialmente nell'affermarsi del consumismo e dei mezzi di comunicazione di massa. E' la parte peggiore del libro, non priva di tratti paranoidi e di rimandi ad autori non sempre lucidi nella loro analisi (Pasolini, Debord). Nella terza parte si spiega perché la natura umana, di per sé, propende verso la destra, più indulgente verso i difetti, che verso la sinistra, che richiede un continuo sforzo di auto-miglioramento. Anche in questo caso l'analisi è piuttosto lucida, ma non particolarmente originale.
Nel complesso un libro che merita di essere letto per le notevoli capacità di scrittura ed il livello intellettuale dell'autore, sebbene non dica sostanzialmente niente di nuovo.