Irriverente, fantasioso, geniale. Il colpo di tacco è il manifesto delle direzioni ostinate e contrarie: lacera le tele apollinee della tattica e trasforma in cumuli di cenere le frenesie marziali dei difensivisti più rudi, traccia sentieri attraverso lo scibile calcistico e accarezza i fili d’erba con la scintilla imprevedibile di chi non accetta gli ombrelli dei padroni. In un mondo che interna la follia in castelli aperti di incomprensione e discriminazione, il Duka recupera l’atmosfera meticcia dei collettivi studenteschi romani e la proietta in uno show radiofonico: le sue memorie di cinquantenne giallorosso intrecciano il tacco geniale di Falcao alla perla iconoclasta di Amantino Mancini; il suo cuore contestatore non dimentica le lotte studentesche del 1977 e trapianta l’eredità perduta dei Movimenti sulle frequenze di Radio Onda Rossa. Pensieri in libertà e attacchi frontali, lampi di letteratura e scorci di pop-colture, slanci antifascisti e spiriti anti-borghesi, voci dalle strade sommerse e grida dalle periferie inascoltate dei mondi “sbagliati”: il Tacco squarcia la globalizzazione attraverso l’etere e connette le contro-culture attraverso un alfabeto comune. Il suo linguaggio cerca l’ignoto e ripudia i clichè: bando alle ciance e al conformismo, l’università delle periferie romane graffia l’ipocrisia con il suo orgoglio indipendente.
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rivistaunaspecie.com/2014/10/17/recensione-tacco-duka-radiocronache-dai-bassifondi-duka