La crisi finanziaria odierna, partita dagli Stati Uniti e poi approdata in Europa, è complessa e profonda. L'Italia è vulnerabile nel suo storico alto debito pubblico, ma possiede un debito aggregato (di famiglie, imprese e pubblica amministrazione) tra i più bassi al mondo, ha un grande risparmio privato e banche solide. Deve mantenere la rotta del rigore nei conti pubblici e delle riforme, mentre nell'economia reale ha tutte le carte in regola per poter essere ancora, tra 10-15 anni, tra i pochi big del mondo che possono vantare un surplus strutturale con l'estero nei beni manufatti.