La solitudine dialogica è relazione. in questa semplice frase è racchiusa l'essenza del libro. Attenzione e cura per le parole che, nonostante siano i fatti a fare la vita, ne determinano l'andamento. L'approfondimento sulla timidezza che spinge alla solitudine ad ogni leggerezza o piccola (ma grande per una sensibilità spiccata) disattenzione dell'altro. L'immagine della morte che permette di vivere solo nel passato e nel presente e non nel futuro. La distinzione tra solitudine e isolamento. Bellissimo il capitolo sul silenzio: la solitudine si distingue dall'isolamento come il silenzio si distingue dal mutismo. E, non di meno, la riflessione sulla malattia e su come la solitudine possa essere indotta e/o subita. Non sono riuscita ad apprezzare la parte dove venivano portati a confronto, per una riflessione, poeti, scrittori e registi con le loro opere, né una certa deriva cattolica che pervade la seconda metà del libro. A parte alcuni misticismi e l'affollamento di aggettivi (ma questa è una caratteristica di Borgna - lo so) ho trovato la lettura interessante. La solitudine come ponte interiore che unisce i diversi approdi della nostra anima e, la solitudine, come silenzio e ascolto che sono spazio per stare con l'altro, per stare con gli altri.