Molto spesso i libri ci chiamano: è quello che mi è successo con L'eleganza del riccio, un libro preso tante volte tra le mie mani e sempre rimesso al suo posto, a volte solo sfogliato, altre letto qualche pagina, ma mai portato a termine.
Questa volta, nonostante il blocco del lettore, l'ho terminato e solo sfogliando l'ultima pagina mi sono resa conto, tra alti e bassi durante la lettura, che è stato il libro perfetto per me in questo momento.
Anche se a volte l'ho trovato pesante nei suoi discorsi filosofici, anzi più che pesante troppo lungo nei su detti discorsi, mi è piaciuto molto perché nonostante non ci fossero tanti colpi di scena, nella sua semplicità discorsiva aveva tante cose da dire e tanti messaggi da cogliere.
La storia è raccontata a due voci, quella della portinaia Renée, intelligente e colta ma che preferisce vivere nel concetto stereotipato che la società borghese le incolla addosso, e quella di Paloma, figlia di un ministro che invece preferisce il suicidio agli agi familiari: tutto si svolge all'interno di un palazzo borghese di Parigi.
Entrambe, pur diverse dal lato anagrafico, in realtà sono molto simili perché nascondono la loro vera personalità con chi non riesce a capirne il vero valore ( la famiglia, il palazzo, la società), mentre in maniera del tutto naturale e spontanea si aprono a chi invece riesce a percepirne il valore ( è il caso di Monsieur Ozu, un ricco giapponese che entrerà a far parte non solo della vita del palazzo ma anche delle due protagoniste).
Un percorso molto introspettivo, una storia che ci fa entrare nell'intimo di queste due donne che attraverso il quotidiano ci danno dei messaggi importanti: non reprimere mai ciò che si è solo perché la società lo impone, credere in sé stessi sempre perché poi arriverà sempre qualcuno che apprezzerà ciò che sei conoscendoti realmente nel profondo (il titolo rimanda proprio a questo concetto), di come l'apparenza inganna sia per quanto riguarda la "serenità" borghese, sia per la vita più umile.
Entrambe le protagoniste imparano insieme a spiegare le ali e a rendere tutto ciò che per la massa può sembrare superficiale o di poco conto, una bellezza eterna che rende piena ogni singola vita.
L'ho considerato un inno alla vita, fatto di piccole cose vissute ma che per chi riesce a cogliere il suo valore, le rende grandi e uniche.
Merita una lettura, a differenza del film che invece ho trovato abbastanza superficiale.