Dory - per RFS . Il mio approccio con i thriller scandinavi era sempre stato molto titubante e svogliato, ma nel momento in cui ho preso tra le mani questo libro ho capito, nel mio profondo, che quel qualcosa di malvagio e disturbante che si annida tra le pagine di questo genere mi entusiasma davvero moltissimo. Siamo alle prese con una ragazza morta per impiccagione e una serie di sparizioni di giovani donne che sembrano non avere nessuna attinenza tra loro, ma l’indagine viene presa in mano da Joona Linna, un detective tutto d’un pezzo che vive per il suo lavoro, trascurando molto spesso anche la famiglia, e che è famoso per i suoi metodi poco ortodossi e per la sua genialità che causa a volte invidia e vituperio. Ci sono vari filoni di trama stratificati: la storia di Pamela, sposata con Martin, il quale un giorno, durante un’uscita in montagna con la loro figlia Alice, ha un incidente nel quale la ragazza sparisce almeno apparentemente in fondo a un lago ghiacciato, senza venire più ritrovata. Martin da quel momento, forse a causa delle sue precedenti fragilità dovute alla perdita prematura dei suoi genitori, è vittima di un crollo nervoso e passa la sua vita da un clinica psichiatrica all’altra senza trovare giovamento. La chiave di tutto, però, è Caesar: l’uomo dello specchio, crudele rapitore di ragazzine, complice di una madre mentalmente instabile che sevizia e uccide senza pietà le vittime assieme al figlio. Tutto questo giunge vorticosamente a un epilogo nel momento in cui Caesar e Martin confluiscono nella medesima personalità: Martin è la parte buona che non è assolutamente conscia di avere un doppio cattivo, mentre Caesar è l’abisso di disumanità che porta entrambe le facce della medaglia ad azioni sconsiderate e criminali. Tutto viene narrato in un susseguirsi di colpi di scena e di raffigurazioni che hanno del raccapricciante: ragazze picchiate, vittime a cui vengono segate le gambe senza pietà, neri uccelli che infestano case, tutto è raccontato con dovizia di particolari cinematografica e paurosa. Molte volte mi sono ritrovata a dover interrompere la lettura, perché l’effetto che ne ricavavo erano veri e propri brividi di terrore: il fatto che questo romanzo mi abbia spaventato tantissimo e che mi abbia fatto davvero vivere nella mia realtà le vicende terribili presenti tra le pagine mi ha colpito positivamente, anche se forse, questo, vi sembrerà malato e anormale. Joona Linna è un personaggio costruito magnificamente che, del resto, ha dato vita a molteplici romanzi per la coppia di scrittori che si nasconde sotto pseudonimo di Lars Kepler, ma anche gli altri protagonisti sono importanti e verosimili. La storia, seppur molto rocambolesca, non sembra mai troppo fittizia ed è, invece, sempre originale e piena di colpi di scena. Dopo aver letto questo romanzo, mi è venuta la voglia spasmodica di divorare tutto ciò che sta sotto il nome di thriller nordico proprio perché le sensazioni terrorizzanti e il fatto che tutto il mio essere fosse stato rapito dalla storia mi hanno lasciato molto basita, non è da tutti scrivere un’opera che trascina in un universo parallelo e fantasioso e porta il lettore ad annullare completamente la certezza di essere al sicuro. L’uomo dello specchio è un thriller potentissimo e al cardiopalma, per niente adatto agli stomaci deboli o a coloro che si lasciano facilmente impressionare, in ogni caso, consigliatissimo!