Storia della famiglia Casadio abitanti di Stellata ubicata sulle sponde del Po, a cavallo tra il 1800 e il 1900, storia di lavoratori, combattenti, sognatori, il cui sangue è mischiato a quello di zingari nomadi , dalla cui unione sono nate generazioni di figli biondi, pallidi e occhi cerulei con l’animo dei sognatori , alternati ad altre con capelli scuri, carnagione olivastra e occhi neri ma dal temperamento concreto, fino ad una delle ultime nascite nella quale le caratteristiche fisiche e somatiche si presentano insieme in un unico individuo. Storia di credenze, superstizioni, sogni premonitori e serpenti buoni….gente di una volta, semplice e genuina. Le saghe di famiglia ambientate nei tempi passati rievocano in me i ricordi di bambina: la casa della nonna, i mobili di legno massiccio scricchiolanti aromatizzati alla naftalina, il buon profumo di sapone da bucato, le lenzuola bianche svolazzanti , l’acqua ghiacciata nel lavatoio di pietra, il troppopieno del lavandino, il bagnoschiuma verde con stampato sulla bottiglia il cavallo bianco, i giochi all’aria aperta, le riunioni di famiglia, il chiacchiericcio della donne…ogni volta è come rivivere i tempi passati, e come quando si riguardano per l’ennesima volta le vecchie fotografie ritraenti sconosciuti e si domanda , a chi è ancora con noi, chi sia questo o quel parente. E i profumi, già, quei profumi che ogni tanto si cerca di ricordare, di una casa, di una nonna o di una zia , quella fragranza che sapeva di buono, di semplice che ormai non esiste più. Queste sono le saghe, che in poche pagine ci raccontano la vita di intere generazioni, forse troppo in fretta, ma non è anche la nostra vita che passa troppo in fretta? Non è un capolavoro di libro, non entrerà nella storia della letteratura italiana, ma ho sentito il bisogno di leggerlo in ogni singolo attimo libero della mia giornata e questo fa di questo romanzo, per altro scritto molto bene, una lettura che consiglio!