Sulla quarta di copertina del libro si legge che l’autrice, Sara Blaedel, viene definita la regina del crime danese, ma in questo giallo gli investigatori appaiono talmente ingenui da potersi definire, se non proprio un gruppo di dilettanti allo sbaraglio, quantomeno un'insieme di sprovveduti e, pertanto, l'intreccio non riesce ad essere del tutto credibile.
La protagonista, Louise, è un’agente il cui compagno, anni prima, si era apparentemente suicidato. Prima di impiccarsi avrebbe lasciato uno scarno biglietto d'addio composto da una sola parola di scusae
Né Louise, che aveva avuto un figlio dal defunto fidanzato, né i suoi suoceri avevano creduto al suicidio, ma nessuno aveva pensato di fare una perizia calligrafica del biglietto e nessuno si era accertato che il corpo non presentasse qualche segno non giustificabile con la sola impiccagione.
Solo successivamente, quando un indiziato si deciderà a parlare, il cadavere verrà riesumato per poterlo visionare come sarebbe stato opportuno fare al momento del ritrovamento.
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