Un mito della televisione italiana: Piero Angela :)
Lo studio del cervello ci insegna infatti che la maggior nemica dell'apprendimento è la noia. Cioè la mancanza di stimoli che eccitino la nostra curiosità, il nostro interesse; o che ci divertano, o che ci coinvolgano. Purtroppo gran parte delle cose che provengono dalla scuola e dalla cultura sono il più delle volte presentate, appunto, in modo noioso. E ciò appiattisce la nostra capacità di memorizzare, e quindi di apprendere. C'è un modo per vincere questa difficoltà? Certamente sì. Però è necessario un grande sforzo di fantasia. Perché se un argomento non suscita interesse (e il cervello non risponde) la colpa non è di chi si annoia: ma di chi non ha saputo stimolare l'interesse nel modo giusto. E' del resto solo "accendendo" nel modo giusto un cervello che è possibile mettere un individuo nelle condizioni migliori per usare quella parte nobile che lo distingue: la corteccia. E' lì che si trovano tutti i processi mentali superiori: l'immaginazione, l'astrazione, l'invenzione.
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Per l'uomo, quindi, c'è un interesse "genetico" a essere poligamo, cioè a disseminare il più possibile il suo seme (e magari anche a disertare), perché più donne feconda, più può riprodursi; mentre per la donna il discorso è completamente diverso: il fatto di avere un solo maschio fisso o più maschi passeggeri non cambia il suo numero totale di figli possibili. Anzi crea un'instabilità nociva all'allevamento dei piccoli, che hanno bisogno delle cure continue dei genitori. Dal punto di vista puramente biologico c'è dunque una "convenienza" per l'uomo ad avere molte donne, e una "convenienza" per la donna ad avere invece un solo uomo, selezionato in base a questo criterio di stabilità.
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Fabbriche e uffici. Per ora si è solo agli inizi di queste trasformazioni, ma è evidente che la convenienza economica renderà sempre più appetibile la micro-elettronica. Non solo nelle fabbriche ma anche negli uffici, dove finora si è investiti o poco in automazione: in media solo circa 2000 dollari per impiegato (paragonati ai 35.000 per operaio negli impianti di produzione). Si è già visto, per esempio, che un elaboratore di testi (word processor) può aumentare la produttività di una dattilografa dl 30 all'80%. E che l'introduzione massiccia di tecnologie micro-elettroniche può portare a risultati sconcertanti: in una banca statunitense 50 impiegati svolgono oggi la stessa quantità di lavoro di 430 persone di dieci anni fa.
Un'altra ditta sta progettando un impianto di "teleconferenze" in modo che i suoi dirigenti, nelle diverse sedi, possano parlarsi attraverso uno schermo da una parte all'altra del mondo senza doversi spostare, il risparmio previsto in viaggi e trasferte si aggirerebbe sui 75 miliardi l'anno... Sono soltanto alcuni esempi, ma sufficienti a capire quale rivoluzione la micro-elettronica porterà nel mono del lavoro. Con quali conseguenze? Il discorso qui è aperto. E appare subito evidente la contraddizione di fondo di questa nuova trasformazione industriale: da un lato più efficienza, minori costi, miglior qualità, minori consumi energetici, eliminazione di molti lavori ripetitivi o nocivi ma dall'altro un serio problema di occupazione.