Si sente spessissimo parlare della depressione post partum che devasta la neomamma, travolgendola di sensi di colpa e mettendo a rischio la vita del neonato. C'è grande interesse e curiosità, al riguardo, ultimamente. In questo caso si cavalca la cresta dell'onda accorpandola all'inesauribile filone dei bimbi terribili e all'abusatissima isteria femminile, soprattutto in fase di divorzio.
Davvero molta carne al fuoco, troppa, come troppo spesso capita con gli scrittori neofiti.
Uno sfrondamento della trama, che tende a trascinarsi per troppe pagine superflue e ripetitive, in effetti, avrebbe più che giovato.
Colpo di scena finale prevedibilissimo e psicologia da salotto spacciata per geniale intuizione.
Romanzo d'esordio ampiamente sopravvalutato, ma ci sono i margini per migliorare, abbandonando il seminato e seguendo la propria ispirazione personale.
Folgorante, infatti, l'incipit ove le due antagoniste si rispecchiano l'una nell'altra immettendo il lettore, di botto, nella drammaticità della trama.