La storia sociale dei processi cognitivi
by Alexandr Romanovic Luria
Translated by Rossana Platone, Curated by Maria Serena Veggetti
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Description
La ricerca sperimentale di cui si espongono i risultati in questo volume può esser considerata forse il più interessante contributo del neurologo e psicologo sovietico Aleksandr Romanovic Luria allo studio dei processi cognitivi.
Ciò che rende particolarmente interessante questa ricerca è, in un certo senso, il confronto che il lettore potrà essere in grado di attuare fra i risultati ottenuti qui con il « metodo storico» dall'A. e quelli delle tante altre indagini sperimentali, sia quelle che la psicologia aveva già acquisito quando, nel 1931, Luria iniziò la presente, che quelle più recenti. L'A. osserva, infatti, che sebbene gli psicologi abbiano dedicato molta attenzione allo studio della formazione di processi psichici nelle condizioni di culture diverse, tuttavia la maggioranza degli psicologi inglesi e americani non ha preso in considerazione lo studio delle caratteristiche della struttura dei processi cognitivi e della loro modificazione connessa con lo sviluppo storico-sociale, e cioè con il progresso delle condizioni sociali di vita dei popoli in rapida evoluzione. La tesi fondamentale che sottende questa ricerca è una delle acquisizioni considerate come fondamentali della cosiddetta scuola psicologica «storico-culturale », la cui fondazione in URSS è legata, com'è noto, al nome di L. S. Vygotskij, si tratta cioè della posizione relativa alla socio-genesi dei processi dell'attività conoscitiva umana e del nesso strettissimo che lega le condizioni dell'attività pratica, dell'attività lavorativa sociale, delle popolazioni, e la definizione delle caratteristiche della loro attività mentale ad ogni livello.
L'insieme di concezioni elaborate da Vvgotskij in collaborazione con i due più giovani studiosi A. N. Leont'ev e A. R. Luria fu definita successivamente come la «teoria storico-culturale dello sviluppo della psiche ». Prima di pervenire a una chiara formulazione di questa teoria, Vygotskij aveva già dedicato molta attenzione allo studio del problema della coscienza, che riteneva centrale anche per la psicologia. Sappiamo che, sebbene oggi pochi psicologi avanzerebbero obiezioni preliminari a questa idea, negli anni in cui Vygotskij parlava, e scriveva, della coscienza come di «un problema della psicologia del comportamento» la sua posizione destava un certo scalpore, che era dovuto proprio alla estraneità storica di questi due ordini di problemi: quello della psicologia della coscienza e quello della psicologia del comportamento, che si riferivano a due tendenze antitetiche dell'evolversi della scienza psicologica.