Magari domani resto (Marone, Lorenzo)
Evidenziazione a pagina 153-154: "Non mi è difficile immaginare che a scuola fosse tartassato dai più grandi, con il suo volto buono e lo sguardo miope. D’altronde, ora che di anni ne ha quasi cinquanta, sembra ancora lo scolaro modello seduto al primo banco, quello che prende i paccaroni dietro alla noce del collo appena si permette di sostare nelle vicinanze di qualche malvivente seduto in ultima fila. Sarà che a me i disadattati in qualche modo piacciono, Pasquale e io abbiamo un buon rapporto, anche se ho dovuto faticare parecchio per conquistare la sua fiducia. Eh sì, perché i tipi come Pasquale, i martoriati dall’esistenza insomma, il più delle volte con l’età adulta non imparano a cacciare le unghie e a combattere, no, imparano piuttosto a non fidarsi più degli esseri umani, cosicché, se anche la vita, a un certo punto, quasi per pietà, decide di donar loro qualcosa di bello, spesso nemmeno se ne accorgono. Sono quelli che ti guardano sempre di stramacchio, con una smorfia di antipatia dipinta sul volto, che non ti danno confidenza, non ti abbracciano, non ti baciano nemmeno a parlarne, e al posto della mano ti offrono una cotoletta imbalsamata. A degli occhi disattenti, Centogrammi potrebbe passare per un topo di biblioteca che se la tira pure, invece non è così, non lo è mai, perché simili personaggi in genere hanno poteri nascosti che tanti neanche immaginano; innanzitutto è preparatissimo (ragione per la quale occupa un posto speciale nella considerazione di Arminio Geronimo) e, cosa più importante, ha un mondo interiore che farebbe invidia a un bambino. Pasquale Acanfora, in realtà, è un bambino, come lo sono tutti coloro che dentro di sé conservano ancora un territorio incontaminato fatto di favole e sogni irrealizzati e, forse, irrealizzabili.