Stefan Zweig è un autore che sto centellinando negli anni, e Momenti fatali spiega perfettamente il perché.
Non c'è stato, nella mia vita di lettore, una sua singola riga che non mi abbia affascinato. Dai titoli forse più noti a quelli che sono stati per me una scoperta, continuo a trovare nei libri di Zweig il senso stesso del piacere della lettura: attimi di puro godimento dell'intelletto altrui, viaggi verso mondi mai esplorati, curiosità di scoprire da dove nascano, e via elencando.
Momenti fatali è il racconto di quattordici momenti che Zweig definisce decisivi nella storia dell'uomo (se mi state leggendo sul blog, li troverete elencati a fine post): tutti - sottolineo tutti - sono assolutamente godibili, sospesi fra la scrittura precisa eppure evocativa dell'autore e il bisogno quasi fisico di sapere di più di ognuno di essi. Alcuni vi sembreranno noti, altri sorprendenti (per me lo è stata la storia della Marsigliese, ad esempio), ed è perfetto per il migliore dei giochi da circolo letterario ("E il tuo preferito fra i Momenti fatali?" - il mio è Händel, magnifico e commuovente).
Sono i racconti dei momenti in cui una decisione presa, una piccola dimenticanza, la scelta di muovere verso una battaglia o restare nelle retrovie cambierà definitivamente il corso della Storia: istanti in cui si decide il destino di una vita e della sua memoria, sospesi fra l'oblio e il disprezzo o la fama e la gloria. Per chi legge, è facile passare in un pensiero istantaneo dal momento fatale della Storia a quello della tua vita. Ad avere la penna, l'acume e la delicatezza di Zweig, sarebbe un magnifico romanzo autobiografico, già composto da ognuno delle tue singole scelte.
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