Superati gli anni della cosiddetta fantascienza classica, due erano per me le saghe più affascinanti per complessità, originalità e fantasia creativa: il ciclo della “
Torre Nera” (1982-2012) di
Stephen King e “
I Canti di Hyperion” (1989-1997) di
Dan Simmons. Ora che ho completato la lettura del terzo volume della saga di
Liu Cixin, penso che a questi cicli si possa più che degnamente accostare la trilogia dei “
Tre corpi”, composta da “
Il problema dei tre corpi” (2017), “
La materia del cosmo” (2108) e “
Nella quarta dimensione” (2018), tre romanzi autoconclusivi pur strettamente collegati tra loro e in logica successione cronologica. Poiché ogni volume pare concludere la storia, non escluderei che il ciclo possa continuare. Questi tre romanzi contengono al loro interno talmente tante idee che se ne sarebbero potute trarne decine di romanzi. Sono al contempo un ritorno alla fantascienza classica, in quanto pongono di nuovo speculazioni scientifiche al loro centro, ma anche innovativi per i temi trattati e il diverso approccio.
Liu Cixin (Yangquan, 1963) gioca soprattutto con la fisica, come si può capire dai titoli, in una girandola di trovate che si succedono senza posa l’una dopo l’altra. Se nel primo volume è centrale il complesso sviluppo di una civiltà su un mondo con tre soli (Alpha Centauri), con enormi e imprevedibili variazioni climatiche, nel secondo mi pare abbia un particolare peso il concetto che non abbiamo mai incontrato alieni perché ogni civiltà teme le altre e se ne sta nascosta: appena si fa scoprire viene distrutta. Il terzo romanzo “
Nella quarta dimensione” ci parla di universi a quattro, due e dieci dimensioni e alla possibilità di passare dall’uno all’altro e di usare queste trasformazioni dimensionali come armi micidiali. Dire che i tre romanzi parlano di questo, però sarebbe fare loro un grosso torto, perché sono molto di più. Se i riferimenti storici de “
Il problema dei tre corpi” sono ben più recenti, “
Nella quarta dimensione” comincia a Costantinopoli nel 1453, durante la caduta dell’Impero Bizantino, con Costantino XI Paleologo, una Maga e una coppa d’oro. La scena si sposta però ben presto nel futuro, esplorando secoli sempre più distanti. Si riprende, infatti, presto là dove ci aveva lasciato “
La materia del cosmo”, con i tentativi dell’umanità di difendersi dall’aggressione dei trisolariani con il potere affidato agli Asceti Impenetrabili e con la repressione dei tentativi di “Escapismo” (abbandonare la Terra). Troviamo quindi un’umanità il cui sviluppo scientifico e tecnologico è vincolato e bloccato dal potere trisolariano, che impedisce loro di sviluppare viaggi spaziali con strumenti migliori dei primitivi razzi chimici. Gli umani sono controllati dai trisolariani mediante i sofoni (intelligenze artificiali subatomiche create mediante il dispiegamento di un protone multidimensionale su due dimensioni e il suo successivo “rimpacchettamento”) che conoscono ogni loro iniziativa e dunque i terrestri non possono sfruttare alcun effetto sorpresa per combatterli. Il primo tentativo degli umani per contrastare i trisolariani, la cui tecnologia pare molto superiore, è un’ingegnosa sonda che usa la propulsione di varie bombe nucleari fatte deflagrare lungo il suo percorso. Ne raccoglie l’energia con un’immensa vela solare. Suo scopo è portare un cervello umano (un uomo intero peserebbe troppo) su Alpha Centauri per creare una trappola ai Trisolariani. Umani e trisolariani, infatti, pur essendo in guerra tra loro, non si sono mai incontrati “fisicamente”. Il tentativo apre la porta per interessanti considerazioni su crioconservazione e viaggi spaziali, per i quali l’autore offre sviluppi innovativi. Il cervello che sarà spedito nello spazio è quello di Tianming, che avevamo già conosciuto per aver regalato una stella alla protagonista Cheng Xin. Stella che avrà un suo ruolo nel romanzo. Questo progetto, detto “Risalita” sarà solo il primo dei fallimenti dell’umanità in questo romanzo e andrà ad aggiungersi ai precedenti della saga. Un’ idea che caratterizza questo romanzo è quella di futuro regressivo, proprio il contrario dell’ottimismo utopistico della fantascienza classica. Non solo l’intera trilogia è un progressivo decadere attraverso apocalissi successive sempre più gravi, ma
Liu Cixin sembra volerci dire che prende questo suo pessimismo cosmico dalla Storia, in cui le dinastie cinesi sono andate decadendo nel loro succedersi. Una visione della Storia che definirei Postmoderna ma quanto mai attuale e quanto mai in sintonia con mie opere come “
Apocalissi fiorentine” e l’ancora inedito “
Quel che resta di Firenze”. Ecco poi il fallimento della nave “L’età del Bronzo” fuggita nello spazio profondo, il cui equipaggio sopravvive grazie al cannibalismo e i cui superstiti sono condannati per questo al loro ritorno. Ecco poi un’era di decadenza, in cui l’umanità diviene effemminata, difendendosi dalla guerra grazie alla minaccia della Deterrenza (una sorta di Guerra Fredda che i recenti eventi fanno sembrare non più così remota), restando in stallo, in quanto minacciano di rivelare l’uno l’esistenza dell’altro mondo ad altre razze: si è ormai appreso che appena un mondo mostra di essere abitato da esseri intelligenti è distrutto da qualche altra civiltà, che teme di subire analoga sorte. La protagonista Cheng Xin, che attraversa le ere grazie alla crioconservazione nota come non ci siano più uomini veri. Non è la sola a farsi ibernare. La insegue attraverso il tempo, per ucciderla, Thomas Wade. Fallisce e Cheng Xin diviene Tiranno della Spada, colei cioè che può decidere la distruzione della Terra, per non farla cadere in mani aliene. Decide di non esercitare il suo potere condannando l’umanità a un’ancora peggiore decadenza. L’umanità riceve dai trisolariani moltissime nuove conoscenze scientifiche, ma molte si rivelano un inganno e portano i terrestri a seguire studi senza uscita. In cambio i trisolariani ricevono il modello sociale, le arti e la cultura del nostro mondo. Sarà l’accesso a bolle quadridimensionali a permettere all’umanità di sconfiggere i trisolariani le cui armi principali, le “gocce” si avvalgono di analoghi principi “dimensionali”. Il pericolo però ora viene da altri nemici alieni, che distruggono Trsisolaris, la cui posizione è stata rivelata dalla Terra. Essendo il nostro mondo molto vicino è solo questione di tempo prima che altri alieni ci scoprano e distruggano. Occorre trovare un modo per dimostrare alla galassia che i terrestri sono inoffensivi. Tra le trovate più sorprendenti c’è il tentativo di ridurre la velocità della luce per renderci invisibili. Ricompare Tianming, cui i trisolariani hanno ridato un corpo, che rivela a Cheng Xin come difendersi mediante tre fiabe in cui cela quanto ha appreso dai trisolariani, che, sebbene, il loro mondo sia stato distrutto mantengono il controllo sulla Terra mediante i sofoni. Va detto che anche queste fiabe, di fatto un’unica storia, hanno la loro autonoma capacità narrativa. Parte un piano per nascondere grandi astronavi dietro i giganti gassosi del Sistema Solare, in modo da proteggerle dalla deflagrazione quando gli alieni disintegreranno il Sole. Peccato che l’arma usata contro la Terra non sarà la stessa che ha distrutto Alpha Centauri, cogliendo di sorpresa i terrestri. Si torna, infatti, a parlare di universi a più dimensioni e della possibilità di trasformare uno a tre dimensioni in uno a quattro o due dimensioni. Questo si rivela essere un’arma più potente di quelle sinora note. Mentre il Sistema Solare si appiattisce in due dimensioni, si cerca un modo per preservare almeno la memoria dell’umanità. Ecco poi popoli alieni che cercano di far annichilire l’universo per tornare a un nuovo Big Bang e ricreare uno spazio multidimensionale. Ecco la protagonista che sopravvive in una sorta cubo (Universo 647) che segue strane regole dimensionali, dal quale può tornare sul mondo della stella che gli ha donato il suo amico Tiamming. In un modo o nell’altro, dunque Cheng Xin attraversa tutte le ere inventata Liu Cixin: Era Comune (fino alla scoperta della civiltà trisolariana), Era della Crisi, Era della Deterrenza, Era Post Deterrenza, Era della Trasmissione, Era del Bunker, Era Galattica. Le basi “scientifiche” di questo volume sono dunque soprattutto legate ai concetti di universi con diversi numeri di dimensioni, ma non mancano altre trovate come la sonda che viaggia con esplosioni nucleari o le comunicazioni mediante onde gravitazionali. Una delle prime riflessioni che questo romanzo induce a fare è su come la Vita influisca sulla morfologia e la geologia dei pianeti. Il tema degli universi con diverse dimensioni fa pensare a “Flatlandia” (1884) di Edwin Abbott Abbott ma anche a “Le cosmicomiche” (1963) e “Ti con zero” (1967) di Italo Calvino o al più recente “
Stormachine” (2018) di Franci Conforti. Quello che rende dunque affascinante questa trilogia non è solo la ricchezza e varietà di situazioni descritte, ma anche l’intelligenza e abbondanza di riflessioni su tematiche scientifiche, che aprono nuovi orizzonti narrativi per la fantascienza.