Cosa c'entrano la politica, l'economia, la finanza, la massoneria, i servizi segreti, Mani Pulite, l'avvento della c.d. Seconda Repubblica con la mafia e la strage di via D'Amelio del 19 luglio 1992? Perchè è stato ucciso Paolo Borsellino? Qual'è stato il risultato prodotto dalla trattativa mafia/stato?
A queste e ad altre domande rispondono Patrick Fogli e Ferruccio Pinotti attraverso una ricostruzione di quegli eventi dettagliatissima e, storicamente e giudiziariamente, accertata.
Con un ritmo teso ed incalzante che perdura dalla prima all'ultima pagina e una lunga serie di dialoghi e personaggi, gli Autori mettono in fila i fatti costituenti il concepimento della c.d. Seconda Repubblica e lo specchio fedele del sistema di potere, imperante ancora oggi, che ha portato l’Italia alla deriva.
Alcuni interrogativi rimangono inevitabilmente senza risposta ma, operando collegamenti, utilizzando la logica e affiancando i numerosi fotogrammi a disposizione, ogni lettore potrà ricostruire con sufficiente chiarezza cosa sia successo in quel terrificante periodo.
Coloro che non avessero conoscenza di quegli avvenimenti potrebbero pensare che questo romanzo d’inchiesta sia il prodotto della fervida fantasia degli Autori e, in definitiva, solo un romanzo.
Invece non è così.
A parte una manciata di personaggi, i necessari pseudonimi e qualche espediente narrativo, tutto ciò che viene raccontato è vero. E’ realmente accaduto. Ed è questo l’aspetto più inquietante ed importante che rende questo libro davvero prezioso.
La chiave di lettura proposta per spiegare fatti e individuare responsabilità è credibile, logica e, come si dice oggi con una espressione errata e antipatica, "non ideologizzata". E aderisce al modus operandi utilizzato dal potere in Italia da Portella della Ginestra in poi.
Prendete un saggio che ha raccontato gli stessi fatti, mettetelo a confronto con questo romanzo, sostituite i nomi veri agli pseudonimi e avrete un pezzo di Storia del paese, comprensivo dei collegamenti mancanti e illuminato nei suoi coni d’ombra dalla libertà intellettuale che solo un romanziere può avere e deve prendersi.
D'altronde, uno scrittore non è un giudice: non ha bisogno di prove per capire e ricostruire una vicenda; gli è sufficiente l'utilizzo critico della ragione.
Inoltre, questo romanzo emoziona, inquieta, stordisce, appassiona. Coniuga sapientemente memoria, impegno civile, passione e letteratura. Il racconto, precisissimo, della strage di via d'Amelio toglie il respiro.
Giù il cappello per Patrick Fogli e Ferruccio Pinotti.