Dall’introduzione (il corsivo e’ mio): In questo libro non parleremo di ipotesi futuristiche ma ci concentreremo sul presente, analizzando gli effetti di questa rivoluzione biotecnologica che sono visibili gia’ oggi, perche’ gli OGM fanno ormai parte della nostra catena alimentare. Oltre a spiegare come si possono creare piante geneticamente modificate, vedremo quali piante sono state prodotte sinora, dove sono state coltivate, perche’ sono state adottate e se qualcuno, alla fine, ci ha guadagnato o ci ha perso. Vorremmo insomma chiarire in questo libro che cosa sia realmente oggi l’agricoltura OGM. Cercheremo di farlo con un linguaggio semplice ma curando al tempo stesso la correttezza e il rigore scientifico, diversamente da quanto spesso accade (per necessita’ di concisione o per disinformazione bella e buona) nelle notizie “urlate” dai mezzi di comunicazione di massa. Raggiungeremo l’obiettivo se questa lettura vi aiutera’, quando sentirete parlare di OGM, a distinguere i dati di fatto dalle leggende infondate che – come vedremo – in questo settore non mancano certo.
Il libro tiene perfettamente fede alle premesse (e ad un piano di lavoro correttamente presentato), il che non e’ poca cosa, perlomeno nel panorama dell’editoria scientifico-divulgativa italiana. Peccato per alcune approssimazioni, dovute certamente all’intento di semplificare. Anche semplificando, personalmente non avrei saltato a pie’ pari il ruolo dell’RNA o della struttura combinatoria delle basi azotate, ad esempio (il che comporta una certa ambiguita' nell'uso del termine “codice genetico”). Il rapporto tra gene e fenotipo e le interazioni tra geni sono poco approfonditi ed in generale la trattazione e’ un po’ troppo “straight to the point”, ma cio’ non inficia il valore didattico del libro, a mio parere. L’Autore, infatti, non vuole proporre un testo di genetica (per quanto divulgativo), ma fornire argomenti ragionati e ragionevoli per valutare obiettivamente ed in modo equilibrato la vexata quaestio degli OGM. Scopo perfettamente conseguito, a mio avviso.
Divagazioni:
Michele Lessona, evoluzionista della prima ora e primo traduttore dei testi di Darwin in italiano, descrisse (Naturalisti italiani, Roma, Sommaruga, 1884) le reazioni della pubblica opinione alle prime conferenze darwiniste nel nostro Paese, che scatenarono la furia di “quella enorme parte del pubblico che dice perche’ sente dire, grida perche’ sente gridare, urla perche’ sente urlare” (riportato in: B. Chiarelli, Dalla natura alla cultura, principi di antropologia biologica e culturale, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2003).
Non molto e’ cambiato da allora: ancora oggi vi e’ un’enorme parte della pubblica opinione che segue chi grida piu’ forte e ne amplifica le sciocchezze. Il rigore e’ sempre piu’ - come diceva Bierce – una qualita’ rigorosamente esclusa dalle asserzioni umane. L’approfondimento, lo sforzo (minore, in quest’epoca di internet) di verificare quanto viene riportato, la selezione delle fonti (piu’ difficile in quest’epoca di internet), il semplice buon senso sembrano non aver piu’ patria ne’ diritto di cittadinanza, allorche’ il crisma della verita’ non viene dispensato dalla ragione, ma da media sempre piu’ superficiali e disattenti – se non volutamente faziosi.
L’Italiano (ma non solo questi) sembra insomma frequentare con piacere i luoghi comuni. Peccato che questi luoghi comuni si rivelino spesso non solo falsi, ma talmente fuorvianti da rendere il “dibattito culturale” una piazza di mercato, con tanto di imbonitori e allocchi. Caveat emptor!
Esempio eclatante la leggenda del c.d. “gene terminator” (in realta’ una tecnologia mai utilizzata), che rende sterili i vegetali nel cui DNA viene inserito. L’allarme lanciato fu che l’uso di tale biotecnologia poteva rischiare di contaminare altre specie ed in prospettiva rendere sterile l’intero regno vegetale. Peccato che una pianta sterile non possa – per definizione – propagare i propri geni… (pagina 73).
Libri del genere ridanno fiducia, anche se – come e’ stato giustamente sottolineato in un’altra recensione – ci si domanda chi li legge. Probabilmente solo chi non ne avrebbe bisogno…