L'autore ha una visione limitata e pregiudiziale dei problemi che affronta, a dispetto del titolo.
Per tutti i problemi che analizza riporta solo alcuni aspetti, senza ampliare il discorso analizzandone tutte le varianti possibili, ma circoscrivendolo al suo campo di analisi, cioè la chimica.
Insinua opinioni spacciandole per fatti scientifici.
Così la molecola d'acqua prodotta in laboratorio è più pura di quella che si può trovare in un torrente: peccato che la prima non si possa bere e che tal quale non porti alcun beneficio all'organismo.
Così l'apporto di zuccheri viene banalizzato alla sola tazzina da caffè: secondo alcuni studi gli zuccheri liberi assunti sono 40g in una giornata. E ad ogni modo non ci vuole un genio per capire come gli zuccheri facciano parte della nostra dieta: dai cibi confezionati alle bibite. Non solo il caffè.
Così decenni di studio sugli OGM rientrano a far parte, secondo l'autore, dello stesso processo evoluzionistico che ha permesso dopo MILIONI di anni a uomini, volpi e alberi di essere oggi quello che sono.
Così per difendere i suoi amati OGM smentisce giustamente che i semi OGM siano sterili, ma si guarda bene dal dire che non è possibile ripiantare i semi OGM perchè bisognerebbe RICOMPRARE la licenza. Dunque non sono semi che si possono comprare solo una volta, ma il contadino è obbligato a ricomprarli ogni anno, e non per un problema di resa, ma di BREVETTO.
Così per i temi che gli stanno a cuore NON gira "tutte le carte" (per citare il suo esempio del test cognitivo di Wason), mentre cerca strenuamente di confutare tutte le altre teorie (bio, natura, ambiente, etc: la solita noia insomma) girando tutte le carte possibili.
Così afferma dell'esistenza di pesticidi di sintesi meno dannosi di altri "naturali" ammessi nel biologico, ma si dimentica di citarne i nomi, confermando il livello di non-informazione del suo libro.
Così i prodotti omeopatici sono solo acqua con lattosio, senza specificare che fino alla diluizione di 11CH difatto sono ancora presenti delle molecole del principio attivo. Ma l'importante è banalizzare anche qui il discorso, non approfondirlo.
Così il cibo biologico costa di più perchè ha una resa minore, ma non si interroga su come l'"altro" cibo possa avere dei prezzi così bassi a fronte dell'energia spesa per produrlo.
Così la "rivoluzione verde" attuata grazie ai fertilizzanti chimici ha incrementato la biodiversità (ma dove? solo nella matrice suolo o anche nelle altre matrici ambientali? e l'inquinamento dovuto ai composti azotati nelle acque?) nei paesi sviluppati, riducendo le aree coltivate e aumentando le aree incolte. Nei paesi sviluppati. Nei paesi in via di sviluppo le aree incolte sono state comprate da occidentali e cinesi, deforestate, e usate per pascoli, allevamenti e colture intensive per nutrire i paesi sviluppati di cui sopra. E poi siamo così sicuri che in Europa le aree coltivate si siano ridotte a favore di quelle incolte? E la cementificazione? Mancano i numeri. Se l'uomo necessita di meno terra per mangiare, perchè non costruire di più? Dopotutto, è qui che sta il business. Ah no è vero, dimenticavo: il vero business è nel cibo biologico.
AGGIORNAMENTO: se la tesi dell'autore, cioè che grazie alle moderne tecniche agricole e ai maggiori rendimenti le aree agricole si son ridotte a vantaggio di altre aree naturali aumentando così la biodiversità (tesi dell'autore NON dimostrata dai numeri), potrebbe essere vera per il XX secolo, ciò non è più vero, per l'Italia e per l'Europa, almeno a partire dal 1990 e fino al 2012 (dati CORINE Land Cover del 1990, 2006 e 2012 -
eea.europa.eu)
L'autore si vuole contrapporre al marketing del "bio", del "naturale", dell'"ambientalismo", facendo egli stesso marketing (per vendere i suoi libri, immagino) ponendosi come "originale" voce fuori dal coro quando invece è ben inserito nel panorama agro-alimentare main-stream globale. Vede del marcio e del business in qualsiasi cosa non sia OGM o medicina convenzionale o chimica di sintesi. Come se questi 3 temi siano guidati da aziende no-profit che cercano nient'altro che nutrire e far star bene l'umanità.
Buoni i tentativi di analizzare i fatti con gli studi scientifici, peccato che ogni tanto si perda nella sua arroganza e circoscriva troppo i problemi, puntando sempre il dito contro tutto e tutti ma che alla fine sono sempre gli stessi. Noioso.
L'autore parte ogni volta dalla sua tesi e cerca di confermarla: un metodo scientifico opinabile.
Afferma che la scienza è separata dall'ideologia, che è oggettiva o che almeno dovrebbe esserlo: peccato che le implicazioni che essa comporta, a livello sociale, etico e politico, non lo siano!
Cita studi scientifici sull'alimentazione, notoriamente affetti da gravi problemi di rappresentatività del campione, ma che lui comunque continua a citare come fossero la Bibbia. Ma alla fine confessa: "la pubblicazione su una rivista non è una garanzia che la ricerca sia valida", o ancora "la scienza non fornisce sicurezze, solo probabilità". Tutto il suo livore e attacchi sostenuti da "probabilità"...che poi alchemicamente diventa "verità", o "bugia", a seconda si tratti di OGM o omeopatia.
Critica i toni "manipolatori, intimidatori, arroganti" degli altri: ma il suo libro non è da meno, sicuramente in quanto arroganza.
Mette continuamente da parte l'etica ponendo al centro delle scelte dell'uomo la SCIENZA, unico faro dell'umanità. Ma questo, ovviamente, può essere opinabile.
E con questo penso di aver detto tutto.
Non compratelo. Non perdete tempo a leggerlo.