Clara Sereni narra i ritmi stravolti, le giornate consumate tra incredibili acrobazie per conciliare i molti doveri. Prende il via dal laboratorio dell'esperienza il racconto che cresce fino a farsi gioco dell'invenzione. Un privato assediato e minacciato di cui il buon cibo riesce a fatica a mantenersi risorsa, e un agire pubblico di cui il cattivo cibo è pena accessoria, si impastano con una colonna sonora di ricette: in un quadro di minaccioso iperrealismo si consuma ogni possibilità di essere normali. Romanzo singolare sull'impegno e sulla politica rompe gli argini delle definizioni e delle appartenenze.