Comunque la realtà è la trasformazione progressiva dei sogni, non altro mondo se non quello onirico. Sono convinto di essere stato io a scegliere e unire lo sperma e le ovaie che mi hanno permesso di nascere per l'ennesima volta. Grazie alla mia ferrea volontà, quando il momento era appropriato e il posto quello giusto, un'oasi in mezzo alla pampa, esacerbai la sofferenza magnetica che costrinse il pene paterno a penetrare nella vagina materna, per poi, in un orgasmo cataclismatico che ne annegò tutte le cellule, scoccare la freccia irradiante che andò a piantarsi nel fondo avido della sua magica nerezza. Da quella fessura aperta nello spazio e nel tempo mi infiltrai, deciso a serbare intatta la mia memoria, necessaria a realizzare il piano che ero andato elaborando di vita in vita. Ma come accade quasi sempre, la scossa sofferta dal corpo sottile durante la penetrazione dei livelli densi di codesta esistenza mi fece perdere gran parte dei ricordi. Di questo sviluppo incessante di uno spirito che conosce se stesso, resta poco. È un magma frammentario, sensazioni obnubilate, spazi smisurati, tempi eterni, nascite e crepuscoli di universi, fiumi selvaggi d'anime in estasi che attraversano in orbite vertiginose luminosità infinite.