Mi stupisco dei commenti lusinghieri attribuiti a questo libro, arrivando addirittura a definire la O'Brien 'la più grande scrittrice vivente di lingua inglese'. Mah. Rimango piuttosto perplessa.
E' la storia di due ragazzine di campagna, con famiglie disastrate alle spalle, che entrano in un collegio religioso della cattolicissima Irlanda, che si rivelerà peggio di una prigione. Troveranno quindi il modo di farsi espellere, per trasferirsi da sole in città e poter così soddisfare il loro grande desiderio di libertà. Peccato che il loro "riscatto" si riduca poi unicamente alla libertà di fare sesso, finendo a frequentare, squallidamente, ricchi cinquantenni. Fine. O meglio...una fine non c'è.
Non c'è una conclusione, la storia si interrompe e basta. Senza essere mai decollata. (ho poi scoperto che questo è il primo libro di una trilogia, ma non muoio certo dalla voglia di leggere i seguenti)
Una lettura piatta, insulsa e noiosa. Non c'è niente di approfondito, niente che rimanga impresso.
Pare che questo romanzo, ai tempi, in Irlanda, venne addirittura bruciato sul sagrato delle chiese.
Ecco, forse è questo l'unico 'dettaglio' ad essermi rimasto impresso: si capisce molto di più della mentalità irlandese di quegli anni da questo fatto che dal libro in sè.