Francesco Currà è un giocane calabrese. Da sette anni 'vive' all'Ansaldo di Genova dove lavora come fresatore. Francesco Currà è un nuovo poeta di fabbrica, un nuovo musicista del rumore; brillante ricercatore di parole e suoni scelti tra i rumori assordanti delle macchine. Currà vive la solitudine del mondo operaio. In alcuni passi abbiamo l'impressione di vedere mostri sconosciuti che avanzano e invadono il cielo grigio della solitudine e della disperazione operaia. Avvertiamo in queste parole il fetore atroce della fabbrica; i rumori crescono fino a diventare un frastuono bestiale di gracidii e latrati umani. E' un'orrenda realtà o soltanto un incubo? E' la fabbrica. Currà lancia il suo ardente messaggio agli uomini che vivono fuori dalla fabbrica. Come e quando questa carica di violenza poetica sia nata nell'anima di Currà non è difficile saperlo: Currà è un operaio.