La prima cosa che mi è venuta in mente leggendo la trama di Riverside è stata la curiosità di scoprire cosa l’autrice, Bianca Rita Cataldi, avesse in serbo per il lettore. Si presenta come un lavoro molto valido e con tutte le carte in regola: 120 pagine, primo libro di una trilogia avvolta in un misterioso gioco del tempo con una giovane protagonista, Amabel , ed un ermetico ragazzino sedicenne con un ruolo cruciale nella storia, Damian, una scuola abbandonata (o forse no) nelle vie di Riverside fa da sfondo alla vicenda, ospitando tra le sue aule segreti, rivelazioni e chissà quale sconvolgente verità.
Il libro scorre velocemente, quasi senza accorgersene si arriva alle ultime pagine, la lettura è piacevole e l’idea è notevole ma una leggerezza, che sembra tingersi di superficialità, si insinua tra una virgola e l’altra, andando così a ledere i punti forti del romanzo. Dilemmi esistenziali e riflessioni profonde sulla vita si alternano a citazioni che stonano (come il riferimento a Chuck Norris) attraverso uno stile di scrittura estremamente semplice, forse troppo in alcuni punti.
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