La Mazzantini, come sempre, riesce a far immaginare al lettore ogni dettaglio, ogni emozione dei suoi personaggi e con la sua scrittura bella, fluida, consente di cogliere lo "splendore" dietro l'apparenza, in maniera così viscerale e sublime.
Una storia d'amore, una storia senza tempo né spazio, eterna, che resiste agli urti della vita, alle paure, alle assenze e ai sensi di colpa. Una storia che farebbe sognare chiunque per la passione e la potenza, che tengono unite queste due anime per tutta la loro esistenza, una storia che desterebbe invidia se non fosse che i protagonisti sono due maschi: Guido e Costantino. È questa la loro "sciagura" foriera di paura, rabbia, senso di colpa, sentimenti che attanagliano le loro vite e che creano distanze tra i due, che per tutto il romanzo si allungano e si azzerano come se il tempo intercorso dal loro ultimo incontro non fosse mai trascorso. In queste distanze la Mazzantini innesta altre vite, altre relazioni che, per quanto importanti, restano sempre all'ombra dell'unica vera storia d'amore raccontata dall'autrice. Guido e Costantino si rincorrono per tutta la vita, cercando di trovare pace a un amore che non hanno il coraggio di vivere nella sua pienezza, tentando di trovare riparo nella sicurezza di una famiglia tradizionale, in quei tipi di relazioni che non suscitano turbamenti nella coscienza comune.
È la storia d'amore dei due protagonisti ma anche il percorso che intraprendono alla scoperta di se stessi, delle proprie paure, della propria intimità che a un certo punto vengono scoperte con violenza ed esposte al giudizio del mondo, ma solo per Guido sarà una liberazione ...
"L'amore, lo sapevo fin tropo bene, si nutre di bocconi tirati quando meno te lo aspetti, è la nostalgia sotto i denti che ti fa resistere."