È stato il primo libro di Pratchett che ho letto (nonché l'unico disponibile nella biblioteca del mio paesino) preso per pura curiosità qualcosa come 8 anni fa, quando non avevo idea di chi fosse Pratchett e per me il fantasy era solo cavalieri, maghi ed eroi. Mi sono ritrovata a rileggerlo adesso, al termine di una lunga maratona in cui penso di aver esaurito praticamente tutti i libri di Pratchett in italiano che avessi a disposizione (mi mancano solo Tartarughe Divine e La scienza di Mondo Disco ).
Se il fattore nostalgia non era già abbastanza per influenzare il mio giudizio, mi è capitata fra capo e collo, quando ero circa a due terzi di libro, la notizia della morte di Pratchett e mi sono trovata a finire il libro in una notte, con le lacrime agli occhi.
Penso che questo basti a far capire quanto l'emotività possa aver influenzato un po' tutto.
Detto questo, e cercando di essere oggettivi, Stelle Cadenti non è forse il romanzo migliore di Pratchett: i personaggi non sono certo all'altezza di capolavori come Nonnina Weatherwax o Lord Vetinari, del resto è un romanzo a sè, separato dai vari cicli di Mondo Disco, ma comunque si sente la mancanza di protagonisti come quelli.
Eppure...
Eppure c'è qualcosa nella storia, nel modo in cui è stata scritta, nei continui riferimenti ad ogni ambito possibile del mondo del cinema, che mi ha spinto - ogni volta che prendevo in mano il libro, anche quando ero stanca, o svogliata, o avevo poco tempo - a fare sempre una fatica immensa per staccarmi dalle pagine, perché riesce a prendere, a far sorridere, ma lascia anche in certi casi un velo di amarezza. (Basti pensare al povero Gaspode e a Laddie)
È Pratchett, signori.
Forse un po' in sordina, ma è indubbiamente Pratchett.