"Diffondere" la poetica di Malet, al di là di Nestor Burma, è il minimo che si possa fare. Non solo lo scrittore ma anche la persona era particolare: "Tutta l'opera di Malet è un racconto di liberazione. I suoi personaggi sono oppressi, oppressi dalla società, da se stessi, dalla guerra, dalla prigionia, dalla ricostruzione, dalla convivenza...anarchico, compagno di strada dei surrealisti, uno dei padri del noir, vedeva nell'illegalismo il fondamento stesso della liberazione. Qualsiasi altra arma sarebbe quella del nemico, dell'avversario, riprodurrebbe la situazione di partenza, magari a parte alternate" così lo descrive Luigi Bernardi, traduttore e curatore delle opere di Leo Malet in Italia. Pochi descrivono Parigi come lui, nella "trilogia nera". Un altro autore dell'epoca, offuscato da Malraux e Sartre fu Emmanuel Bove...amato da molti scrittori, ma sfortunato nelle sue vicende...alla prossima ciao.