Il pomeriggio di Faith
Quanto a te, compagno libero pensatore del blocco occidentale, se hai qualcosa di sensato da dire, non aspettare. Gridalo forte in questo preciso istante. Tra vent'anni, primavera più primavera meno, i tuoi nipotini si ritroveranno stesi nei parchi giochi di tutto il mondo, orecchio a terra, a
cercar di captare segnali dal lontano passato. E infatti, se ti chini ora sulle grandi pianure a prendere una musata di
polvere grigia, che cosa senti? Maiali che grugniscono, patate che si pelano, indiani che corrono, l'inverno che arriva?
A mezzanotte di quasi tutti i giorni feriali Faith tiene la testa sotto il cuscino, madida di sogni, e ha il mal di mare
per il rombo dell'oceano, il vento che stride incastrato nella coda rampante dall'alta marea.
Questo perché suo nonno, solcando mari salati, pattinava per chilometri lungo le spiagge ghiacciate del Baltico, con un'aringa congelata in tasca. E lei, tutta orecchi, è nata a Coney Island.