Siamo nella splendida tenuta di sir Randolph, Nettleby, durante una battuta di caccia.
Numerosi ospiti, nobili, ricchi, belli e superficiali... soprattutto noiosi.
Il romanzo non ha trama e i personaggi sono freddi, poco reali.
Mi rendo conto, soprattutto grazie alla prefazione, che il libro fotografi un momento di grande cambiamento tra quelle algide persone. Un cambiamento globale e sociale, un mondo dorato che verrà spazzato via dalla guerra e dall'epidemia di spagnola.
E mi rendo conto che l'autrice abbia fatto del suo meglio per rendere l'idea di come venissero considerate le persone comuni, i contadini e i servi che ruotavano attorno ai grandi signori dell'epoca.
Però non mi è piaciuto, per tutto il tempo si percepisce che qualcosa di tragico deve avvenire, ma quando ciò accade siamo a poche pagine dalla fine. Per il resto il nulla, ho visto un grande amore sbocciare (e poi sfiorire), un mucchio di fagiani essere abbattuti, una coppia povera di spirito e gretta, qualche pettegolezzo...
Salvo Cecily, l'unica che "cambia", l'unica che in tutto quel piattume mi è parsa reale; una ragazzina ricca e viziata che pensa solo a fantasticare sul suo matrimonio, che di fronte alla morte apre gli occhi, riconosce chi ha di fianco, i limiti dei suoi famigliari e della sua condotta.
"-Tu hai detto di me una cosa che non è vera, una cosa che mi fa apparire molto migliore di quanto non sia. Mi è venuto allora uno stranissimo pensiero, e cioè che tu vedi le cose da una falsa prospettiva, ciò può essere vero anche per me, e allora forse tu sei meno perfetta di quanto io credo. E quando ho cessato di rimproverarmi quest'idea così ignobile, ho pensato, mia carissima e adorata Olivia, ho pensato che comunque, mentre possiamo, finché possiamo, oh, continuiamo a credere...- E lei continuò sempre."
Lionel a Olivia