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Romanzo postumo, consegnato poco prima della morte improvvisa dello scrittore, e che per scelta dell’editore non ha subito quasi modifiche rispetto alle bozze. E io ho avvertito spesso una specie di “nota stonata”, una ripetizione, una vergola di troppo, non so qualcosa che non era al suo posto. Non è armonico, lo sento scollegato… Ciononostante è un romanzo affascinante e potente. La voce narrante è quella di un assassino, la cui memoria si sta disfacendo e per questo destina alla carta le sue memorie; egli è anche un appassionato violinista, è stato un efferato torturatore, fuggitivo per anni e in conflitto con la sua omosessualità. E’ un personaggio che non si pente, non si sente mai in colpa, fugge tallonato dal passato, e attende la sua fine interrogandosi. Le ultime due pagine valgono tutta la lettura e sono potentissime: E la vecchiaia non è, come si crede, un orticello dove coltivare la saggezza, ma una vescica di bile che rischia di scoppiare da un momento all'altro.

Adrenalinico e incalzante, anche se ho ritrovato con piacere Grazia Negro e Simone, avrei gradito un po’più di interazione tra loro, un po’ più di introspezione nei vari personaggi, che invece sono appena abbozzati. Peccato

Immenso, denso, meraviglioso, non avrei voluto finisse mai, questo spaccato di una famiglia americana del midwest inizio anni 70, vivisezionati tutti i componenti in modo così preciso che ti sembra di conoscerli da sempre. C’è qualcosa di me in ogni personaggio, è questa la magia di Franzen, che riesce ad entrare dentro di noi passando dai suoi personaggi, ne scandaglia l’io profondo e li rivolta come guanti. Riesce a farci prendere per mano e ad amare chiunque descriva, con tutte le brutture, Racconta il bisogno di raccontarsi per di aprirsi all’altro, l’urgenza di sentirsi più buoni, sembrano tutti orientati verso il bene ma passano attraverso cattiverie, dolori inflitti reciprocamente, massacri psicologici. Quante volte ci siamo sentiti nella vita come gli Hildeebrandt, nel loro peggiore stato e nelle loro migliori intenzioni nelle paure e nei desideri inconfessabili. Bellissima il ricordo di Russ dell’incontro con i Navajo, sono pagine meravigliose. 

Ritornano i personaggi di Regina Rossa, Antonia Scott fenomeno straordinario, mente inarrivabile, ma stanca di vivere e di lottare contro i suoi demoni e Jon Gutierrez, (che non è grasso) solido e leale compagno d’azione. Un thriller con i controcazzi, scritto benissimo con humor ed empatia, coinvolgente, non ti da tregua, suspance assicurata. Ma siamo ancora in attesa di risposte, quindi….ben venga un terzo capitolo che non vedo l’ora di divorare