Pietroburgo, non voglio morire - non adesso: dei miei numero di telefono tu sei in possesso. Pietroburgo, su di me gli indirizzi io porto che mi faranno trovare le voci dei morti. Alloggio sulla scala di servizio, e alla tempia mi colpisce il suono del campanello strappato via con la carne. E mentre di cari ospiti sto in attesa per tutta la notte, muovo come ceppi di galeotto la catenella della porta. Voi, togliendomi i mari, la rincorsa, lo slancio, e dando al piede il sostegno di una terra forzata, cos'avete scoperto? Un principio sagace: che il moto delle labbra non può venir sottratto.