Un quadro inquietante, veritiero e necessario. Si può essere distanti dalla visione descritta (io mi sono innervosito più volte, per dire) e soprattutto dal desiderio di essere centro del mondo per sopravvivenza (e desiderio), ma temo che senza gli atteggiamenti descritti il sistema democratico attuale non riesca a funzionare. E l'alternativa (in meglio) non so quale possa essere. Chi è fuori dai giochi di potere non conta e non incide. Chi è dentro regna. E coloro vogliono entrare e rimanere (anche quando sani e intellettualmente onesti) vengono assorbiti dal sistema al punto tale da incarnare il potere stesso e quindi, in qualche modo, esserne parte integrante, quella che fa girare il mercato delle vacche e delle lobbies descritto nel libro. Non c'è soluzione. Il protagonista e narratore - alla fine - esce meglio di tanti altri che descrive. Il quadro generale della res publica è il perfetto specchio della società che esprime; il grottesco, il divertente, l'assurdo, il vergognoso, l'inimmaginabile, il necessario, l'urgente, e l'ineluttabile diventano, con stupore dello stesso lettore, l'unica normalità possibile.
Astenersi cercatori di felicità e di senso della vita.