Leggendo, vengo assalita dal torpore di una giornata estiva in riva allo Stretto. I due mari, il pilone, Scilla. Lenzuola candide di sapone di Marsiglia, stese su ragnatele di fili sui terrazzi assolati. La spensieratezza di ragazzi che, nelle prime infuocate ore del pomeriggio, scorrazzano con gli scooter sulla litoranea.
L’eco evocativo si smorza, filtrando attraverso le persiane della sua casa, man mano che il mio punto di vista e la mia attenzione si volgono, come al rallentatore, verso lei, Ida, la protagonista.
E’ qui che tutto avviene, che la trama dei ricordi della sua adolescenza si srotola. L’abitazione dove, suo malgrado, Ida torna e’, ora, una bolla insonorizzata, un limbo di ricordi isolato che costringe la giovane donna a rivangare un irrisolto passato familiare e fantasmi da cui, per decenni, ha tentato di affrancarsi, allontanandosi da quelle mura e dai ricordi che contenevano.