Un libro che parla di solitudine, la solitudine che ormai è sempre più presente nella nostra società occidentale, nonostante tutti in apparenza siamo più collegati virtualmente, con mille "amici". La storia di Andrew è una storia triste, si potrebbe pensare che lui sia una persona stramba, ma non lo è. È una persona che ha preso tanti pugni in faccia dalla vita e che si ritrova ad allontanare tutto il mondo esterno, con il solo desiderio di non provare più dolore. Ma la vita è gioia e dolore e se ci si rinchiude in sé stessi, si perde la possibilità di vivere anche il meglio di essa. E una parte importante di ciò che rende la vita degna di essere vissuta è amare e essere amati, avere relazioni positive e di qualità. La trama è semplice e piuttosto lineare, ma ci si immerge perfettamente nella storia di Andrew e nella vita di tutti coloro che vivono e muoiono soli. Questo libro porta a fermarsi e a riflettere e perché no, magari cercare di includere anche nella nostra vita le persone che ci sembrano più sole: un vicino di casa, un anziano, un vecchio amico o parente con cui si sono persi i contatti. Nessuno dovrebbe sentirsi così solo al mondo, inutile, poco importante e tutti possiamo fare la nostra parte per cercare di fare in modo che questo accada il meno possibile.