Un libro interessante, soprattutto se pensiamo che è stato scritto alla fine degli anni '90 e ha ispirato una serie di altri romanzi. L'idea della trama c'è tutta, lo sviluppo e la prosa, a mio gusto, lasciano un po' a desiderare. Per 600 pagine si susseguono morti nei più svariati modi e descritte in modo minuzioso, poi un colpo di scena proprio sul finale e le ultime righe lasciano con un grande punto di domanda. Devo dire che io non sono una super fan dei finali troppo aperti, e qui decisamente abbiamo un finale che più aperto non si può. Pecco forse io di poca fantasia! Detto questo, è una lettura godibile anche se molto splatter, preparatevi a leggere le peggio morti ingiustificate. Se è vero che è un romanzo politico, non mi convince del tutto la parte di critica. Personalmente l'ho trovata una lettura a tratti faticosa poiché si tratta di un susseguirsi di descrizioni cruente di morti e poco altro. Da recuperare se siete fan di Hunger Games e dei romanzi distopici in generale, questo è un po' il capostipite giapponese.