Per curiosità ho letto un libro del premio Nobel per la letteratura Abdulrazak Gurnah, tanzaniano. "Paradiso" racconta la formazione di Yusuf alla vita, un giovane di dodici anni dell'Africa orientale di primo novecento, che viene venduto da suo padre a un ricco mercante, il seyyid Aziz, come garanzia per alcuni debiti. Yusuf cresce inconsapevole del bene e del male attorno a lui, e nel viaggio che cambierà la sua vita, una spedizione in cui Aziz spera di commerciare numerosi beni con oro e avorio, penetrerà nella parte più profonda del continente, si scontrerà con le trame di violenza e di arroganza tessute da coloni e colonizzatori, in uno scenario cangiante come i colori intensi, vivi e accesi di un'Africa madre e matrigna, che sa essere paradiso e inferno, luce e buio, vita e morte. Tornato a casa, scopre che gli europei sono sempre più vicini e che il suo angolo di Paradiso non è altro che un'illusione, che nasconde le tinte rosse dell'inferno, della menzogna e dell'indifferenza. Solo a quel punto capirà quanto valore dare al suo bene più prezioso: la libertà. Non conosco gli altri libri di Gurnah (li leggerò senz'altro), ma se avete voglia di viaggiare con la mente nel cuore dell'Africa più feconda, bollente e sconosciuta in un periodo storico che ci viene raccontato in una narrazione assolutamente parziale, Paradiso è il libro perfetto. A renderlo ancora più interessante una prosa asciutta e precisa, un ritmo incalzante e descrizioni incantevoli.