La rivolta può essere neutralizzata con facilità, se si nega ogni idea di futuro. In questo libro si invita a guardare al complotto come a un dispositivo funzionale per impedire ogni ipotesi di cambiamento, riconoscendone però la funzionalità, in società disgregate e private di orizzonti di senso. Il governo Draghi è l'apice di un percorso dove la politica si è cancellata e negata da sola, in nome della "tecnica" e dei "contratti" tra forze politiche che durante le campagne elettorali di raccontano alternative tra loro, per poi ritrovarsi a gestire il potere insieme, dando l'idea di spazi istituzionali ridotti a vuoti simulacri, in cui non si prendono le decisioni, che invece maturano in luoghi non accessibili. Il complotto diventa un modo per riappropriarsi di una lettura della realtà, per quanto sbagliata e priva di complessità: riconoscere il bisogno a cui risponde questo meccanismo umano è fondamentale per riappropriarsi della politica come pratica di cambiamento (come superamento in positivo) dello stato di cose presenti. Lettura agile, veloce ed efficace, utile da mettere in relazione alla narrazione portata avanti dal Collettivo di Fabbrica GKN di Campi Bisenzio (Firenze), con una vertenza che da luglio 2021 ha saputo affermarsi a livello nazionale, rimettendo al centro alcuni dispositivi narrativi che si credevano estinti.