Immaginate di uscire a cavallo tra dolci colline. Sono giorni che il vostro quadrupede non esce dal maneggio e i suoi muscoli sono intirizziti dal lungo stazionamento. Lo fate scaldare al passo, per spronarlo solo in seguito ad un piccolo trotto. C'è un sentiero sul quale vi inoltrate, dove il terreno vi spinge ad alzarvi sulle staffe ed a lanciarvi col vostro destriero ad un allegro galoppo. Non troppo, giusto un po'. Dopo di che, fate ritorno lentamente, godendovi il sole che si nasconde oltre l'insenatura. Ora immaginate una fila scalpitante di cavalli all'apertura dei cancelli sull'ovale di una pista. Partono al galoppo e tengono il passo aumentando l'andatura fino alla prima curva. Tengono il ritmo l'uno di fianco all'altro, ansimando e sbuffando. Sembra impossibile, ma all'uscita della curva riescono ad aumentare di nuovo la velocità. Sugli spalti c'è chi urla, chi stringe denti e pugni e chi trattiene il fiato. Non vi dico come finisce la corsa, ma quest'ultimo è il tono e il ritmo di Paradise sky. Drammatico, divertente, sboccato, appassionato, irriverente, profondo, delicato e soprattutto mai banale.